OBORA HUNTING ACADEMY

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IL “SILENZIATORE” A CACCIA

Il rumore dello sparo. Silenziare è la parola sbagliata. I vantaggi dei moderatori di suono.
In Europa sono legali e in Italia?

Tutti conosciamo il fragore della fucilata. A prescindere dal tipo di arma utilizzata – rigata, liscia, lunga o corta - si tratta di un rumore molto forte che disturba gli animali, disturba le persone e assai facilmente danneggia l’udito del tiratore. Molti cacciatori, compreso chi scrive, non ci sentono più così bene. Un regalino spiacevole della passione venatoria, che si poteva evitare semplicemente adottando qualche attenzione e delle protezioni auricolari. Il rumore dello sparo si può ridurre utilizzando degli appositi congegni, i moderatori di suono. Non è realistico chiamarli silenziatori e vedremo subito il perché. In molti paesi europei sono legalmente utilizzabili a caccia e il loro impiego viene addirittura incoraggiato. In Italia rimangono invece vietati.

Cosa genera il rumore della fucilata
Il rumore dello sparo è prodotto da diversi fenomeni fisici, analizziamoli semplificando un poco. Uno è il cosiddetto “boom sonico” cioè il rumore prodotto da un oggetto che si muove così veloce da superare il “muro del suono”. Parliamo di circa 340 metri al secondo, ossia la velocità di propagazione del suono nell’aria, che varia un po’ per esempio in base alla temperatura. Diciamo “muro” perché la resistenza dell’aria aumenta con l’aumentare della velocità dell’oggetto che la attraversa e diventa enorme quando la velocità si approssima al limite che abbiamo appena detto. Le molecole dell’aria non hanno più abbastanza tempo per “spostarsi”, così si "accalcano" fino a sbattere tra loro, provocando quindi il botto. Il pensiero va subito agli aerei supersonici, ma va ricordato che tutti i proiettili esplosi dalle armi rigate da caccia superano di gran lunga la velocità del suono e quindi producono il relativo “boom”, che non si può eliminare se non ricucendo drasticamente la velocità (e quindi l’efficienza) dei proiettili stessi.

L’uso del moderatore di suono rappresenta l’ultima utile evoluzione tecnologica per la caccia e il tiro. (Ph Carlo Kinsky ©)

Perché è sbagliato chiamarli silenziatori
Il secondo fenomeno, il secondo rumore, è invece prodotto dall’impatto dei gas, che spingono il proiettile, con l’aria dell’ambiente esterno. Questi gas caldi escono dalla bocca dell’arma a una velocità superiore a quella del proiettile e a una pressione elevatissima, producendo una potente onda sonora. In realtà questo rumore potrebbe essere a sua volta scomposto in più onde distinte. Al rumore dello sparo contribuiscono poi i movimenti meccanici dell’arma (ben avvertibili in quelle semiautomatiche) e gli altri i suoni prodotti dal proiettile, come il suo tipico sibilo o l’impatto a fine traiettoria. Ma lasciamo ai fisici la comprensione dettagliata di questi complicati processi. Come cacciatori e tiratori accontentiamoci di sapere che questo fenomeno, l’impatto dei gas, è quello che si può gestire. Lo si fa rallentandoli gradualmente, cioè attenuando la propagazione delle onde sonore in uscita. Il rallentamento si ottiene applicando alla canna un tubo di metallo, suddiviso in varie camere di espansione che moderano i gas, con un esatto foro interno per far passare il proiettile senza modificarne la traiettoria. Questi dispositivi riducono anche significativamente il rumore dello sparo ma, come ormai ci è chiaro, non lo possono azzerare. Per questo non è corretto chiamarli silenziatori. Molto meglio definirli moderatori o soppressori di suono. 

In Repubblica Ceca l’utilizzo del moderatore di suono è consentito. Nelle riserve Kinský dal Borgo limitare il disturbo in natura è considerato molto importante. (Ph Carlo Kinsky ©)

Quanto si può ridurre il rumore dello sparo?
Per esprimere il livello del suono si usano come misura i Decibel (dB) in una scala logaritmica. Un raddoppio di volume corrisponde all'incirca a un aumento di 10 dB, a prescindere da dove ci troviamo in questa scala. Per capirci, salendo da 40 dB a 50 dB il rumore raddoppia, lo stesso salendo da 50 dB a 60 dB e così via. Una frase sussurrata misura intorno ai 30 dB, una normale conversazione sui 60 dB, la sirena di un’ambulanza circa 120 dB. Il limite massimo accettabile, per evitare danni all’udito, in caso di esposizione continua ai rumori (per esempio in un ambiente di lavoro) si considera di solito in 85 dB. Mentre qualsiasi suono sopra i 140 dB può causare danni all’udito immediati. Per arrivare a noi, una carabinetta calibro .22 è già sulla soglia del danno immediato. Lo sparo di un’arma liscia calibro 12 produce intorno ai 160 dB. Un’arma rigata di medio calibro picchia a 165 dB ed oltre. Se poi ha un freno di bocca montato, utile a limitare il rinculo ma micidiale per le orecchie, il botto sale a ben 185 dB. A questi livelli basta quindi un solo colpo per compromettere permanentemente le capacità uditive del tiratore e di chi gli è vicino.
Un moderatore di suono ben realizzato può ridurre il rumore di ben 20-30 dB o anche di più. È l’effetto che si ottiene indossando una buona cuffia. Non servirebbe altro per capire che il moderatore di suono è utilissimo.

(Ph Carlo Kinsky ©)

Anche in Austria il moderatore di suono è uno strumento ormai di uso comune a caccia. (Ph Carlo Kinsky ©)

I vantaggi del moderatore di suono a caccia
I vantaggi offerti dall’utilizzo del moderatore a caccia sono indiscutibili. C’è quello evidente per l’udito del tiratore di cui abbiamo appena detto. Poi c’è il minor disturbo prodotto dall’attività venatoria sull’ambiente e sulle altre persone in generale. E c’è un minor disturbo degli animali direttamente cacciati, che ovviamente contribuisce al successo del prelievo venatorio. La minor rumorosità dello sparo rende anche molto più facilmente percepibile il tipico suono prodotto dall’impatto del proiettile sull’animale, soprattutto quando colpito “in cassa”, e anche questo è utile.
Infine, il moderatore, frenando i gas, produce un secondo effetto positivo: riduce notevolmente il rinculo dell’arma, influendo sempre positivamente sulla precisione del tiro.

(Ph Carlo Kinsky ©)

La carabina Sauer 404 Silence-XTC con moderatore integrato. Può anche essere aggiunto all’arma dotandosi dello specifico kit, ovviamente nei Paesi dove questo è consentito.
(Ph J.P. SAUER & SOHN ©)

Svantaggi reali e… presunti
L’unico difetto vero dei moderatori è che sono dei tubi di generose dimensioni che vanno installati sulla canna, rendendo più ingombrante e pesante l’arma e penalizzando il suo bilanciamento. È anche vero che i prodotti più avanzati riducono questi problemi. Oltretutto, visto il sempre più diffuso impiego venatorio, alcuni produttori di livello, come i nostri partner Blaser e Sauer, hanno sviluppato carabine con moderatore già integrato nella canna.
Chi si schiera contro la legalizzazione del moderatore di suono spesso sostiene che favorirebbe il bracconaggio. Ma, come abbiamo visto, i moderatori non eliminano il suono della fucilata che rimane ben avvertibile. Il fucile silenziato che fa “puff”… esiste solo al cinema.
L’unico modo concreto per ridurre drasticamente il rumore dello sparo è utilizzare un moderatore accoppiato a munizioni subsoniche. Ma si tratta di proiettili lanciati a velocità estremamente basse (sotto i 330 m/s) quindi con poca energia e traiettorie “da fionda”. Questa opzione viene scelta ove consentito, per esempio, in attività professionali di controllo del cinghiale a brevissima distanza, ma a caccia non presenta alcuna utilità.

Nella cartina, colorati in verde, gli Stati europei dove è attualmente consentito l’uso del moderatore di suono a caccia. Sono sempre di più…

In Europa sono ormai diffusi
L’utilizzo del moderatore di suono a caccia è ammesso ormai in molti paesi europei. In alcuni si utilizza da decenni, in altri viene caldeggiato in particolare per limitare il disturbo venatorio. Anche nelle splendide riserve boeme dove si svolgono gli eventi di Obora Hunting Academy viene normalmente usato e apprezzato.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una piccola rivoluzione nella pratica venatoria, con rapida legalizzazione e diffusione di questi utili dispositivi. Insieme alle normative si è mosso anche il mercato e quindi la tecnologia, con lo sviluppo di soppressori sempre più efficienti. In Italia la disponibilità di “silenziatori” sul mercato civile rimane vietata e sanzionata penalmente, anche l’utilizzo venatorio ne è espressamente proibito. Ci auguriamo che la ragionevolezza superi il pregiudizio e la normativa italiana apra alle evoluzioni tecniche che ormai sono di casa in Europa. Al momento questa è però solo una speranza.