OBORA HUNTING ACADEMY

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SUBITO DOPO IL TIRO

Cose giuste e cose sbagliate da fare…
dopo aver premuto il grilletto

L’animale, ora siamo sicuri, è quello giusto. La sua distanza è più che gestibile e si sta mostrando “a cartolina” offrendoci un’occasione da manuale. Il nostro solido appoggio lo avevamo predisposto e verificato in precedenza. Quindi è giunto il momento. Spingiamo l’Handspannung in posizione di sparo, armando il percussore. È tempo di gestire bene il respiro. Il reticolo si stabilizza esattamente dove vogliamo che stia. L’indice si avvicina delicatamente al grilletto. Espiriamo un’abbondante metà dell’aria dai nostri polmoni. Ora il respiro è sospeso. La pressione dell’indice è leggera, ma agisce con costante progressione. E il colpo esplode, sorprendendoci, come deve essere.
Ma poi? Cosa succede dopo che abbiamo premuto il grilletto?

Le cose giuste da fare
Nel momento in cui si decide di prelevare un ungulato, sostanzialmente si porta a compimento il ciclo della gestione venatoria che, sappiamo bene, parte da censimenti, stime ed osservazioni. Premendo il grilletto chiudiamo un cerchio, fatto di tecnica e di passione. È un momento decisivo, perché gli esiti del tiro possono essere ottimi ma anche pessimi. Qui entra in gioco l’abilità del tiratore, ovviamente.
Ma, una frazione di secondo dopo, tornano a contare le capacità del cacciatore nel senso più ampio.
Le cose giuste da fare dopo aver sparato le possiamo elencare in un semplicissimo “protocollo”: solo un paio di operazioni da svolgere in sequenza, ma fondamentali per l’esito della caccia.
Prima di tutto, e deve essere una sorta di riflesso automatico, bisogna ricaricare l’arma e metterla in sicura. Facile intuire il perché: se l’animale è stato malauguratamente ferito ed è ancora visibile, bisognerà doppiare subito il colpo. Se l’opportunità di doppiare si presenta, spesso si ha pochissimo tempo per sfruttarla, quindi abituiamoci ad essere pronti. Se utilizziamo una carabina ad otturatore il ricaricamento sarà rapido e ci consentirà di rimanere nella posizione di puntamento, se invece imbracciamo un’arma basculante questo passaggio sarà più laborioso e saremo costretti ad abbandonare il puntamento.
La seconda cosa da fare, in parallelo e contemporaneamente, è osservare con attenzione cosa accade, cercando di non perdere di vista l’animale e sforzandosi di cogliere il suo comportamento.

Premendo il grilletto chiudiamo un cerchio, fatto di tecnica e di passione. È un momento decisivo, perché gli esiti del tiro possono essere ottimi ma anche pessimi.  (Ph Ettore Zanon©)

L’Anschuss… prima di tutto
Gli esiti del tiro possono essere ben diversi. Dal punto di vista del cacciatore, cioè pensando a quello che ha visto (o è convinto di aver visto), possiamo schematizzare così le varie possibilità:

1. l’animale cade e rimane visibile;
2. l’animale è caduto ma non è più visibile;
3. l’animale si è allontanato visibilmente ferito;
4. l’animale si è allontanato apparentemente illeso;
5. con lo sparo, non si è riusciti a vedere più nulla.

Per ritrovare l’animale o almeno ricavare qualche indizio, la prima cosa indispensabile è conoscere con esattezza il luogo dove esso si trovava al momento del tiro (il cosiddetto Anschuss). Sembra una banalità ma non lo è, per niente. Capita che il cacciatore faccia confusione e non sia in grado di individuarlo correttamente. Chiedete conferma a qualsiasi conduttore di cane da traccia…
Oggi la tecnologia ci aiuta anche in questo, infatti esistono telemetri e binotelemetri che “georefrenziano” l’Anschuss cioè ne fissano le coordinate GPS consentendo di raggiungerlo con Google Maps o altre applicazioni. Ottimo! Però resta fondamentale sapersi arrangiare, quantomeno in caso di emergenza.

La presenza di un accompagnatore è sempre di grande aiuto.  (Ph Federico Reali©)

Imparare a cavarsela
Per farlo bisogna abituarsi ad acquisire, prima di sparare, dei riferimenti evidenti sul terreno: cinque metri a sinistra del tal tronco secco, dieci metri sopra la tal pietra chiara… A volte però il terreno non offre riferimenti perché è estremamente uniforme. Un esempio classico è il capriolo tirato in un campo di grano. In questi frangenti è importante abituarsi a prendere riferimenti certi quantomeno in lontananza: il campanile all’orizzonte, per dire. Un buon “trucco del mestiere” sta nello sfruttare un’informazione precisa che abbiamo già: la misura della distanza di tiro. Sapendo che il capriolo era a 157 metri dal tiratore, giunti in quello che riteniamo sia il luogo esatto, rimisuriamo la distanza che ci separa dal punto di sparo. Solo quando saremo a 157 m esatti iniziamo a cercare, muovendoci lungo l’ideale circonferenza di un cerchio con raggio 157 metri. In fatto di tecnologia, anche la possibilità di filmare il momento tiro, utilizzando il nostro smartphone integrato al “lungo” (il cannocchiale da osservazione) è utilissima. La registrazione video ci aiuta a individuare l’Anschuss ma anche a verificare oggettivamente la “reazione al colpo”, della quale andiamo ad occuparci ora.

Esercitarsi al tiro in condizioni di caccia, abituandosi a conseguire il miglior appoggio possibile, è fondamentale. (Ph Ettore Zanon©)

Osservare la reazione al colpo
Abbiamo detto che è fondamentale vedere e memorizzare cosa è accaduto al momento dello sparo. E abbiamo aggiunto che un buon lungo, con adattatore e smartphone integrato può fare l’egregio lavoro di registrare un video dell’accaduto. Ma, ancora una volta, se questa tecnologia non è disponibile bisogna saper gestire la situazione con le proprie forze. Per questo bisogna abituarsi a “registrare” mentalmente la scena, con i particolari del comportamento dell’animale, che sono essenziali per ricostruire gli esiti della fucilata. Non sempre il cacciatore ci riesce, però. Perché era inesperto, perché era molto emozionato o, spesso, perché utilizza un’arma con rinculo e rilevamento energici, oppure un ingrandimento molto alto nell’ottica, con conseguente ridotto campo visivo. Per cui, con il botto… tutto scompare dalla vista. Per queste ragioni la presenza di un accompagnatore, attento e abbastanza esperto, è sempre di grande aiuto.

La reazione al colpo e gli eventuali reperti trovati sull’Anschuss sono gli unici elementi utili a farci capire cosa sia effettivamente successo . (Ph Ettore Zanon©)

Dubbi snervanti e indizi utili
Quando, dopo la fucilata, l’animale non è più visibile o si è addirittura allontanato, si entra in quella situazione frustrante e snervante che solo la certezza dell’esito del tiro, positiva o negativa che sia, riesce a risolvere.
Ebbene, la reazione al colpo e gli eventuali reperti trovati sull’Anschuss sono gli unici elementi utili a farci capire cosa sia effettivamente successo quando abbiamo premuto il grilletto. Per questo è basilare saperli trovare e poi analizzare.
In questa chiacchierata siamo partiti dalle premesse, proseguiremo approfondendo questi temi. Sono questioni determinanti di cui ci occupiamo a fondo, soprattutto attraverso esperienze pratiche, nei corsi di Obora Hunting Academy.

E allora non perdetevi i nostri prossimi due appuntamenti!
CACCIA ALTA 3.0 • 6-7-8 ottobre 2023
SPECIALE CACCIA AL CINGHIALE • OHA NAHÁŇKA! • 8-9-10-11 novembre 2023

I tiri precisi portano alla migliore conclusione dell’azione di caccia, come in questa bella foto. Ma purtroppo non sempre va così, per questo è fondamentale essere preparati. (Ph Ettore Zanon©)